Tra i portici di Bologna (Riserva Lame)

Tra i portici di Bologna.
Lo scenario fotografico degli appassionati di trasporti bolognesi è certamente fra i più suggestivi d’Italia: Bologna è infatti conosciuta nel mondo per i suoi lunghi, quasi interminabili portici, diversi da quartiere a quartiere, da via a via, da abitazione ad abitazione. Si può dire che i bolognesi vivano letteralmente al di sotto di essi: qui trovano spazio piccoli appartamenti, le vetrine dei negozi, i menestrelli di strada che allietano i passanti con le loro canzoni e i loro disegni e purtroppo anche qualche sfortunato senzatetto che è costretto a passarvi la notte. Negli ultimi anni i portici (ma anche i bus di Tper che li percorrono) sono stati anche uno straordinario sfondo per gli episodi della fiction Rai “L’Ispettore Coliandro” interpretata dall’attore Giampaolo Morelli, di grande successo fra il pubblico del secondo canale.
Le prime testimonianze di portici a Bologna risalgono al lontano anno 1041; essi sono fin da subito stati utili per aumentare la cubatura delle abitazioni ed al contempo per garantirne la stabilità. Con la fondazione della Alma Mater Studiorum, l’attuale Università di Bologna (la più antica d’Europa), nell’anno 1088, l’onore di essere la capitale culturale del vecchio continente ha portato con sè anche l’onere di dare alloggio alle “bande” di studenti forestieri che affollavano il centro cittadino, un problema che oggi come allora si presenta di scottante attualità. Ecco dunque che che i bolognesi di mille anni fa architettarono i cosiddetti “sporti” in legno, prolungamenti della superficie del piano superiore delle case aggettanti sulla strada e sorretti da massicce mensole (i “beccadelli”). I rischi connessi alla stabilità di questo complesso sistema furono definitivamente risolti nel tempo con la creazione dei portici, belli e funzionali, i quali nel corso degli anni sono stati una vera e propria palestra di creatività per architetti, geometri e ingegneri.
Un portico molto particolare per gli apatras bolognesi è quello novecentesco del Palazzo del Gas, costruzione progettata da Alberto Legnani e Luciano Petrucci e inaugurata nel 1936, fulgido esempio di arte fascista. Ai piedi del portico di questo palazzo infatti trova spazio l’area adibita al ricovero dei mezzi assegnati a Riserva Lame: si tratta di uno o più bus uscenti dai depositi Ferrarese e/o Due Madonne (FERR e DMAD per i bolognesi) pronti ad intervenire in caso di bisogno sulle linee che attraversano il grandissimo centro storico di Bologna. Protagonista di Riserva Lame è assai frequentemente uno degli ultimi BredaMenariniBus M220LS con cambio automatico ZF facenti parte della serie Tper 655-675: in una fredda giornata di fine 2017 ecco dunque il Monocar 220 matr. 658, assegnato al Deposito Ferrarese, figurare ai piedi di Palazzo del Gas, in attesa di una qualche assegnazione d’emergenza.
Foto Lorenzo Celli 27 dicembre 2017.

 

(da Facebook pagina BuspottE-Rs)

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